Jerkbait
Jerk: molto versatile, ottimo per autunno e inverno, anche se nel lago di Bracciano rende molto bene anche durante i periodi caldi. Il recupero ideale prevede leggeri strattoni con la canna, le famose “jerkate”, mentre il mulinello si usa solo per recuperare il filo in bando tra una jerkata e l’altra. Questo recupero fa sì che l’esca, dopo una rapida accelerazione, rimanga ferma in un punto e quindi più a lungo in quella che è la strike zone, e proprio per questo la maggior parte dei jerk sono ad azione “suspending”, o in alternativa “slow sinking” o “slow floating” (approfondiremo verso la fina della lettura). Le colorazioni sono ovviamente moltissime, quelle che pagano maggiormente nel nostro lago sono le tonalità naturali, mentre le dimensioni più redditizie sono sui 10-11cm. Chi preferisce fare una buona selezione sulla taglia della preda adopera spesso artificiali di dimensioni maggiori, sui 13cm. Le canne ideali hanno una grammatura di lancio sui 17-18 grammi (5/8oz), con una schiena sufficientemente robusta perché non ceda troppo durante le jerkate.
Appunto sulle azioni del jerk
Suspending: galleggiabilità dell’esca neutra, quando interrompiamo il recuper l’ewsca rimane nel punto in cui si è fermata senza salire né scendere. A seconda delle giornate puoi anche fare pause più lunghe addirittura di qualche secondo, e non è raro che l’attacco avvenga proprio durante una di queste pause.
Slow sinking/slow floating: i primi tenderanno ad affondare durante le pause, i secondi tenderanno a tornare verso la superficie, ma in entrambi i casi si muoveranno in maniera molto più lenta rispetto ad un artificiale che non presenta la dicitura “slow” tra le sue caratteristiche.
Perché allora non montare sempre un suspending? Perché a volte quel poco di movimento che l’esca compie da sola durante la pausa può essere l’invito decisivo per il bass ad attaccare, ma deve essere un movimento molto lento e delicato
La prima cosa da notare quando scegli un crank è la PALETTA. Più questa sarà lunga e parallela alla sagoma dell’artificiale, più quest’ultimo scenderà in profondità. Le palette corte e molto inclinate, viceversa, lasceranno nuotare il tuo crank negli strati più superficiali dell’acqua. Tra questi ultimi si distinguono in particolare gli SQUAREBILL, che presentano appunto una paletta dalla forma squadrata, sono ottimi per acque basse e per pescare a stretto contatto con le strutture sommerce quali alberi o sassaie. A questo punto sorge spontanea una domanda, quasi a tutti. “Perché dovrei lanciare un crank dove rischio di incagliare?”, ed è una domanda assolutamente lecita. Il crank, e la sua relativa paletta, sono fatti apposta per rimbalzare letteralmente sulle strutturi alle quali vanno a sbattere. Ti basterà fare un piccolo stop dopo l’urto per dare al tempo all’esca di risalire (la stragrande maggioranza di crank sono galleggianti), per ripartire subito dopo con il recupero. Ovviamente l’accortezza che abbiamo citato prima non garantisce al 100% che il tuo crank non si incaglierà mai, ma ridurrai molto la probabilità che ciò accada. . Un motivo valido per pescare in strutture con il crank piuttosto che con un’esca in gomma è che l’utilizzo di una hardbait è più raro, in quel tipo di situazione, e permette di ingannare più facilmente il black bass.
Le canne specifiche per il crank hanno una punta con una buona dose di fibra di vetro che accompagna il carbonio, per rendere la canna più flessibile e accompagnando meglio tutte le vibrazioni provenienti dal crank. Per quelli con paletta shallow o squarebill non è necessaria una canna dedicata, in questo caso vanno benissimo canne completamente in carbonio che abbiano una buona flessibilità nella parte superiore. Spesso sono canne sui 14-20 grammi di potenza massima di lancio
Lucky Craft


















Strike King



Molix



Herakles


